E poi c'è il grande tema della revisione umana. Il punto non è idolatrare o demonizzare l’IA, ma discuterci: non solo chiedere-rispondere, bensì entrare nella trama, cercare i buchi, domandare “da dove viene questo?”. Altrimenti scatta la pigrizia cognitiva e ci adagiamo su ciò che ci suona bene, senza vero progresso di conoscenza.
L'IA, in fondo, è come uno specchio: non “sa”, ma ci restituisce il nostro modo di conoscere, cioè la nostra tendenza alle scorciatoie cognitive e la nostra fame di conferma. Il silenzio — quello virtuoso — è l’intervallo che ci permette di rivedere, di scegliere dopo aver cercato ciò che manca, di prenderci la responsabilità di ciò che facciamo con il supporto della macchina.
Con Giovanni Tridente abbiamo fatto un po' di ragionamenti su questa dialettica tra tacere e generare senso nel "Lessico dell'Intelligenza Artificiale", guarda il video completo qui sotto.
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