Ironia online: istruzioni per l'uso


L’ironia online va dosata sempre con cura, vista la situazione di iperconnessione in cui ci si muove. Ironizzare richiede che ci sia una certa confidenza e corrispondenza di sensibilità tra gli interlocutori, cosa che in rete è quasi impossibile tenere sotto controllo.

Ancora più rischioso è quando l’ironia diventa sarcasmo: si ride di qualcuno o di qualcosa per un suo difetto o una sua caratteristica. Nell’interconnessione quel qualcuno sarà in un modo o nell’altro raggiunto dal messaggio senza grandi spiegazioni e contestualizzazioni, e se ne risentirà di sicuro (vedi il recente caso degli spot di Dolce e Gabbana sulla Cina). Il punto è sempre lo stesso: nella dimensione online non possiamo controllare le cerchie entro cui far rimanere i nostri atti di comunicazione.

Cito dalla #disputafelice:

L’ironia è diversa dal sarcasmo. La prima è umile, è rivolta anzitutto a se stessi, e non se la prende con nessuno. Il secondo è sempre un’imposizione dell’io sull’altro, uno sfruttare una debolezza o un difetto altrui per riderne. Il sarcasmo può far sentire forti e vincenti ma di fatto fa solo aumentare la tensione...

Allora una strada più percorribile è quella della autoironia: ridere e far ridere gli altri dei difetti e delle mancanze che appartengono a noi stessi. Portare l’ironia nel proprio campo, nelle proprie convinzioni, nei propri atteggiamenti, diventa un atto universale: chiunque è disposto, per quanto abbia una differente sensibilità, a riconoscere un essere umano che ha distacco da sé ed è capace di prendersi in giro.

Tra l’altro ride di sé solo chi ha una certa consapevolezza delle proprie capacità e, di conseguenza, ne conosce i limiti e non ha alcuna paura a mostrarli. Sa ridere di sé anche chi è poco autoreferenziale e tende a includere l’altro (si sa guardare con uno “sguardo esterno”), così come chi si focalizza sul merito dei temi e non è tutto il tempo occupato a dimostrare qualcosa di se stesso (“quanto sono bravo”, “quanto sono competente”, “come le dico bene”).

Sempre dalla #disputafelice:

Come si fa a ironizzare? Occorre attuare un distacco da se stessi osservando la scena come dal di “fuori”, togliendo importanza al proprio orgoglio. Vedere se stessi dall’esterno ci rende capaci di relativizzare certe cose, di percepire meglio l’osservazione dell’altro, di ridere di noi e quindi anche di accettare meglio le critiche.

Un buon collaudo del proprio modo di ironizzare online può essere proprio questo: riesco a far ridere gli altri portando su di me il ridicolo dei comportamenti e delle convinzioni di cui mi sto prendendo gioco?

Non è facile, ma è un controllo utile che svela le reali intenzioni dell’ironia: la sto usando per ridere “con” o ridere “degli” altri? Se percorro la seconda, non posso poi stupirmi delle reazioni di chi non riderà affatto. Che mi piaccia o no me ne dovrò fare carico. È la società iperconnessa, bellezza.

In conclusione:

È chiaro che non in tutti i casi ci si può permettere l’ironia. Lo humor ingenera una dinamica intensa e immediata; se intempestivo o superfluo può ritorcersi contro chi lo usa, creando un effetto sciocchezza o frivolezza, dando all’altro la sensazione di non essere preso sul serio, esacerbandone la reazione.